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Massimiliano Ferragina, Kardietà a cura di Roberto Sottile

26 ottobre 2019, Piazza del Popolo, ROMA 

 

Un gesto che nasce, che ci viene incontro e diventa "contaminAzione". Kardietà è la fusione dell'io con il noi. "Elementi" che generano un percorso. Un momento performativo, unico, irripetibile, che nasce dal bisogno di dare un senso, di ritrovarsi con la consapevolezza che la nostra unicità individuale è un frammento di un progetto più complesso. Massimiliano Ferragina attraverso questa performance comunica utilizzando gesti e parole, che diventano strumenti utili per coinvolgere lo spettatore, concedendo la possibilità del viaggio, dell'incontro. È una performance che custodisce nelle azioni che la generano una riflessione importante sulla velocità della nostra società, che ha perso la capacità di osservare a favore di una più semplice capacità di guardare senza giudizio, senza posizioni. L'artista diventa strumento per scardinare queste barriere che hanno assopito i sentimenti e il sentimento di condivisione, di una "caritas" umana che fa fatica ad emergere, ad esprimersi perché soffocata dal tempo di alterati e irreali sentimenti. La piazza dove questa azione si svolge è un luogo reale ma nello stesso tempo ideale; uno spazio accogliente ma spesso anche indifferente. Vuoto e nello stesso tempo pieno. Tutto ciò dipende da che punto di vista osserviamo e dalle azioni del nostro agire. Non bisogna temere. Bisogna scegliere se osservare o semplicemente guardare. Condividere gesto e azioni, partecipare o restare spettatori. - Roberto Sottile - 

 

 

"Alle 11.00 mi sono chiuso in questa membrana insanguinata. La vedevo vera. Mesi, giorni, secondi di necessità. Ho chiuso i sensi al mondo. Sudavo. Respiravo lentamente e pesante. Non avevo improvvisamente paura, solo una crescente sequenza di sguardi pesanti nel cuore. Non ero più lì. Sentivo delle mani che mi afferravano con forza. Sentivo voci che non potevo corrispondere. Poi le viscere hanno urlato ciò che mi ha condotto in quella tomba trasparente: Vita! Sentivo il sudore tiepido ovunque. La seconda pelle bagnata dal mio stesso fiato. Morto e vivo. Tremavo. Ma forte urlavo: Amatevi! Sentivo presenze affettuose ma non potevo corrispondere, non ero lì. Troppo esile e allo stesso tempo insuperabile la barriera. Ad un certo punto il cuore ha rallentato, ho urlato: Perdonatemi! La pelle si è squarciata. Un abbraccio. Non ero solo. Piangevo. Ho di nuovo sperato che la menzogna della cultura della morte rimarrà tale in me. È innaturale. Ricordo che gli occhi, più leggeri, mi indicavano nuove vie. È passato un secolo. Erano le 11.35".

 Massimiliano Ferragina 

MONICA ARGENTINO, KARDIETÁ – “Segni Opposti” a cura di Roberto Sottile

direzione scientifica Massimiliano Ferragina

Piazza Santa Croce in Gerusalemme – ROMA 6 giungo 2021 ore 10.30

Siamo fragili, capaci nonostante ciò di compiere grandi cose. Siamo così piccoli e nello stesso tempo apparteniamo a qualcosa di più immenso ed eterno. Siamo un piccolo tassello nella grande bellezza della vita. “Segni Opposti” performance di Monica Argentino è il secondo appuntamento del ciclo Kardietá a cura di Roberto Sottile, con la direzione scientifica di Massimiliano Ferragina che si terrà a Roma, domenica 6 giugno 2021 alle ore 10.30 in Piazza Santa Croce in Gerusalemme. Fragilità e contraddizione. Pace e guerra. Partenza e viaggio. Ciò che siamo è il risultato di un susseguirsi di emozioni e sensazioni che l’artista trasforma in linguaggi visivi, gestuali, sonori e percettivi, capaci di raggiungere tutti quanti noi. Monica Argentino diventa grazie alla liturgia performativa una finestra aperta nella nostra interiorità. L’artista si interroga, si osserva, diventa spettatrice dei suoi conflitti e nello stesso tempo artefice. Una performance che racconta i tanti conflitti interiori che appartengono alla nostra esistenza, al nostro io. Kardietá - “Segni Opposti” diventa una carezza che ci viene restituita dalla vita e nello stesso tempo ci interpella sulle nostre priorità. Uno sguardo che diventa memoria che lascia aperte tante domande a cui forse, un giorno, saremo chiamati a dare una risposta. - Roberto Sottile - 

"Ho portato il mio cuore caldo e palpitante per servirlo alla nostra tavola e ristorarmi con voi.

d'un tratto il vento ha soffiato...soffiato...soffiato....

portando via il mio piatto.

La lama del coltello mi si è puntata contro...

i cristalli hanno tagliato il cotone sul quale poggiavo le mie mani.

ho chiesto acqua è stata asciugata.

vi ho visti mangiare facendovi il segno della croce guardandomi, senza vedermi.

Io non mi vedo!

non mi vedo.

Dove sono io.

Monica Argentino

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